Una poesia e l'ultimo giorno di scuola

La poesia a 17 anni. La studi, la odi, poi la dimentichi. Oppure la scrivi. E con lei ti salvi da paure ansie incomprensioni debolezze.
A. dice: "Prof, un premio letterario? Me lo trova?"
"Sicuro" dico io.
Qualche giorno dopo stiamo già scegliendo quale poesia mandare, lo facciamo alla sera, per e-mail.
Due mesi e arriva la notizia: A. è seconda, e il premio importante (clicca qui)
"Prof, ha visto che roba?"
"Ho visto, ho visto..." e mi si allarga un sorriso che nemmeno quando di premi è capitato di vincerne a me.
"Il 7 giugno vado ad Arezzo a ritirarlo!"
"Per forza!" dico io.
Il 7 giugno è l'ultimo giorno di scuola. Il 7 giugno è oggi.
A. era a scuola. Ma avrei tanto voluto fosse ad Arezzo.
"Ti ci porto io!" le dico senza calcolo di orari, impegni, preavvisi.
"Lasci stare, prof...". Ha gli occhi rossi.

Ebbene, cara A., visto che oggi non ne hai ricevuti, un premio te lo consegno io. Il concorso lo chiamiamo "Primo Concorso Nazionale di Poesia «Io ad Arezzo non ci posso andare»", facciamo che l'ho creato cinque minuti fa ma che è già mooooolto importante. La vincita non è granché, solo una pagina bianca da riempire, ma la tua poesia merita di essere letta.
E vedrai che le burrasche dell'adolescenza passeranno con la stessa fretta che hai messo per scrivere questi versi. Dieci minuti d'orologio, come mi hai detto tu.

Presente al passato

Cercavo l'abbraccio tra gli sguardi
avida ricerca sfuggevole
e sfuggivo anche io.
Leggevo lo sguardo degli sguardi
comune
e cambiavo io.
Volevo uno sguardo per me
quarto desiderio
e lo respingevo.
Silenzio

Che avevo sempre in mente il vento
abbraccio uragano
e aprire le braccia che regge lui
che soffia sulla pelle
polvere e foglie.
Dalle altalene che salendo entra negli occhi
e quando scendi risucchia.
Inappropriato caldo o freddo vento sbuffato piomba dal nulla.
Il mio vento per stanchezza o per un grido,
per una risata o per noi.
Sottratto ad altro vento da artigli tesi
abbandona ancora
erano i miei.
Mangiavo il vento
Mi proteggevo
Ostacolavo il vento
Mi lasciavo avvolgere.

Gelare di caldo
a stento resto in piedi.

Vorrei un amico adesso,
ma senza fretta. 

Ehi, sappi che quel che fai è importante. Salva il mondo. E lo fa in gran segreto... 
Abbraccio te e tutte le tue compagne: date sempre voce, vi prego, a quello che siete.

Antonio





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