Guerre bianche


Il 28 giugno 2000 ho scritto la mia prima poesia. Mi ricordo. Tornando a piedi, per strada, avevo sbirciato nell’appartamento di un vicino di casa per assistere a un calcio di rigore. A Bruxelles si giocava Francia-Portogallo, semifinale dei campionati europei. Quella poesia (non parlava di calcio ma di una nave, di Ulisse e dei campi di grano) qui non c’è, ma vale come il cavallo di rincorsa a Piazza del Campo. I canapi cadono e comincia il palio. Che si ferma qui, adesso, il 7 febbraio 2012. Di mezzo c’è quella che credo sia stata la mia adolescenza. Decisamente troppo lunga.

Guerre bianche raccoglie poesie scritte in un lungo arco di tempo. Si divide in 4 sezioni: "La solitudine è una foto di gruppo", "Io ti ho vista", "Cento ore senza un battito di palpebra", "I baci di Shabbat". Nonostante l'eterogeneità dei suoi versi, questo libro porta con sé il segreto messaggio dell'abbandono alla realtà e della resa come unica forma di resistenza.


Guerre bianche
Liberodiscrivere, 2012
pp. 104

Con una prefazione di Giulio Casale.

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Felice Asnaghi ne ha fatto una bellissima analisi qui.

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